

Cosa dovrebbe insegnare la scuola? Il come? Certo, ma non solo. Il quando. Perché sapere come fare una cosa ha poco senso se non sai quando farla.
Circa 15 anni fa vidi, per la prima volta, Google Earth e rimasi incantato. Ora, grazie alla serie Netflix Il codice da un miliardo di dollari, ho conosciuto quella che probabilmente è la sua vera storia.
In una conferenza presentata il 14 agosto 2017 a Vancouver (DNA sequencing is vulnerable to this sneaky attack), i ricercatori hanno presentato uno studio particolarmente interessante. In pratica è stato creato un filamento di DNA sintetico che, una volta sottoposto alla lettura per l’elaborazione, ha eseguito una serie di comandi per prendere il controllo della macchina che lo stava analizzando.
Qual è la verità importante su cui pochissime persone sono d’accordo con te?
E’ una delle domande più belle su cui sono stato indotto a riflettere, domanda alla base dei ragionamenti di Peter Thiel, nel suo libro From Zero To One.
I dispositivi più avanzati per il controllo della mente, testati anche sugli esseri umani, si basano su minuscoli fili inseriti nel cervello. Ora i ricercatori hanno aperto la strada a un’opzione meno invasiva: l’ecografia per prevedere i movimenti degli occhi o delle mani.
Uno studio pubblicato da alcuni ricercatori della Northeastern University, tra cui Albert-László Barabási, ha quantificato il valore e il prestigio nel mercato dell’arte contemporanea. Sono state analizzate le carriere di quasi mezzo milione di artisti in tutto il mondo, dal 1980 al 2016.
Appare evidente quello che ormai è un pesante limite della società odierna: l’informazione per come viene gestita e distribuita.
Il problema principale non è la mancanza, ma il modo in cui viene smistata, classificata, recepita.
Cosa potrebbe fare uno stato sovrano per tentare di ridurre questo problema, in base a principi di utilità?
Alcune dichiarazioni sono state rilasciate dallo scienziato Michio Kaku nel corso di un’intervista su YouTube con Lex Fridman. Kaku, fisico teorico nonché professore del City college di New York, sostiene che l’IA potrebbe portare ad una sorta di immortalità o comunque di un allungamento notevole della durata delle nostre vite.